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lunedì 28 giugno 2010

vento

perdutici alla nascita dell'alba
percorremmo strade infinite
costeggiando i colorati fiumi della passione
vento, portaci via, col tuo sorriso

sabato 26 giugno 2010

Panico e paura.

Mamma mia, ma è un sacco che non scrivo sul blog! Sarà il caldo, le giornate col sole, le notti illuminate dalla luna, i giri in bici sulle cime milanesi (sulle colline di rifiuti, per intenderci) ma mi sono quasi dimenticato del blog. Oddio sarò meno nerd ora? NAAAAA.

Sono state belle giornate queste, fra serate tutte diverse, conoscendo gente sul momento, trovandosi allo stesso tavolo sconosciuti che ti salutano manco fossi il figliol prodigo tornato a casa dopo dieci anni, bevendo birra annacquata e cocktail senza ghiaccio. E così oltre alle colonne (e al Bar Rattazzo, il Baffo e il Banco), dove dopo un po' uno si rompe, ho girato per posti un po' alternativi, quali il Frida Cafè, sono tornato dopo diversi mesi al C.S. Leoncavallo e sono andato a rilassarmi al Blanco Milano (fail invece all'Atomic Bar, dove, causa denunce per disturbo alla quiete pubblica, non c'era musica...).
E ier sera invece seratooona panico e paura all'evento Giant Bass: dj che mixano davvero e non che cambiano le tracce con windows music player come all'old fashion, persone che ti si ribaltano contro facendo dei voli della madonna, gente collassata per terra che fissa le stelle fra quell'inebriante odore di vomito, ragazzi fino a un secondo prima schiacciati su un muro in mezzo alle piante che ti vengono a parlare, ciuchi come pochi, che ti dicono che devono tornare in moto con un amico ancor più sbronzo, open bar e specchi maledetti dove la gente va a sbattere e poi foto, flash, luci psichelediche e un buttafuori che è uguale a Hulk Hogan. Infine il ritorno percorrendo strade infinite, costeggiando i navigli mentre sorge il sole.



La poesia a Milano c'è (forse troppo poca), basta coglierla.

domenica 20 giugno 2010

Scrubs, mia vita.

Ascoltare ogni singola traccia delle canzoni di scrubs fa uno strano effetto. Ora che ho scaricato la soundtrack delle prime 5 stagioni non posso che sentirmi le canzoni una per una e collegarla alle scene del mio telefilm preferito di cui ho visto ogni puntata almeno una trentina di volte, e non sto scherzando.

Scrubs mi ha insegnato tanto, con la sua ironia, il suo cinismo e, in molte occasioni, il suo romanticismo fuori dagli schemi. Ne avrei da dire, su Scrubs, ma lascio parlare i miei brividi che mi stanno venendo in questo momento pensando a quanto i finali delle puntate mi abbiamo insegnato molto più di alcuni filosofi. E' un post da bimbiminchia? Forse. Ma devo soltanto dire GRAZIE a Scrubs e cercare di non commuovermi appena vedrò le ultime 2 puntate della nona stagione, perché so che per me finirà una filosofia di vita, un intrattenimento, un insegnamento, una grande, meravigliosa, strepitosa poesia, pitturata con amore e genialità per tutti noi fan.

sabato 19 giugno 2010

NEW SETS ON FLICKR

2 NUOVI SET DI FOTO

>>> FREE BEER @COMBO <<<



>>> PRO BIRMANIA  @LEONKA <<<

mercoledì 16 giugno 2010

Starbucks in Italia? La vedo dura

L'altro giorno sono stato all'Arnold Coffee, quel posto che insieme ad Abercrombie è diventato la seconda casa per molte titoliviane. Mi stavo interessando in questi giorni alla questione Starbucks in Italia e ho voluto dare un'occhiata all'Arnold per vedere se il format americano era arrivato a noi con qualche modifica o se era rimasto invariato come è nella grande mela o nell'uggiosa capitale inglese. 

I prezzi sono alti. Davvero alti. Ma proprio come quelli inglesi o americani.
La scelta è forse un po' ridotta ma ci si può comunque sbizzarrire.
Il banco dolciumi non è male, peccato che un donut costi il doppio che negli USA.
Per un tè aromatizzato invece bisogna aprire un mutuo.



Però non è Londra. Non è Berlino. Non è NY. Non c'è accanto BORDERS, e di conseguenza niente Moka Frappuccino Tall o American Coffee Medium davanti aun bel libro di brand.


Ci sono anche altre differenze organizzative. Sarà che non c'era molta gente, ma il mio caffè americano mi è arrivato dopo manco un minuto, al contrario dei 3/4 minuti all'estero. Questo perché da Starbucks l'ordinazione passa a chi si occupa solo di fare il caffè, non come da Arnold che chi sta alla cassa tosta anche i chicchi di caffè. Il muffin non è male, peccato che con gli stessi soldi mi compro 6 cookies al cioccolato in qualsiasi supermarket americano.


Ma tornando alla question Starbucks in Italia, vorrei spiegare alle bimbeminchia che infestano facebook con link che richiedono la famosa catena anche nello stivale che Starbucks non potrà mai prendere piede, e se lo dovesse fare, ci vorrebbe molto ma molto tempo. Leggevo su internet infatti alcune cosine: per un americano è più importante che lo starbucks sia vicino a un punto di riferimento (quale la metropolitana o l'ufficio) che il prezzo di una bibita. Starbucks è infatti più un locale a la carte che un bar, come invece è da noi. In Italia vi è quasi un rapporto fra habituè e barista, ogni bar ha la sua storia e una sua anima, non come starbucks che è fatto con lo stampino. Quindi per quante possano essere le ragazzine fan del simbolo UK-USA vi saranno tanti "tradizionalisti" che continueranno a preferire un rapporto qualità-prezzo adeguato (80 cent per un caffè e non € 2,30). Poi, a me personalmente piace molto il caffè americano, ma quanti italiani sono abituati a berlo? Neanche così tanti.


E poi ci sono 50 bar in ogni strada, qui in Italia. Mi sembra il caso del McDonald's aperto in quel paesino in puglia dove fanno uno dei pani più buoni al mondo (per non parlare degli altri prodotti caserecci). MCDonald's chiuso dopo un mese. Ci sarà un motivo, no?
Quindi va bene avere qualche idea simile ai nostri amici, però una cosa è apprezzare la cultura culinaria (e non solo) di altri paesi, un'altra è volere Starbucks solo per andare in giro facendosi vedere col caffè bollente in mano con tanto di mega-logo spiaccicato sopra!

lunedì 14 giugno 2010

La poesia della vita

Prendere un treno.
Andarsene via, anche se per poco.

E poi creatività, coglier l'attimo quando serve, e cioè sempre.

Catturare le immagini che non torneranno. E coglier quelle che in un ciclo naturale perennemente si ripetono.

Brindare alzando i bicchieri freschi di vin rosso ascoltando musica. Con i piedi nudi sull'erba.

Un'amaca che sorride al cielo, coccolata fra mille verdi foglie.

E bere birra, nettare divino che c'accompagna in strade impraticabili per l'uomo sobrio.


Fermarsi dove ti pare, perché lì è bello. O perché c'è aria buona. O per quel sentiero che porta al castello, assolutamente da fotografare. O perché all'angolo della strada vi è una donna col suo carretto di frutta.


E' la poesia del momento, da gustare nella vita, per non perdersi mai nella noia e ripetitività della vita.


Sarà così la mia estate? Lo spero proprio.


domenica 13 giugno 2010

Quasi m'ero dimenticato, questi giorni, che se non aggiorni un blog ogni santo giorno (o quasi) calano di botto le visite.

Ma con la fine della scuola, purtroppo, si pensa solo alle ultime verifiche e interrogazioni. Ma è anche finita ora, e questo è quello a cui bisogna pensare.

E ora sarà periodo di creatività e post. O almeno si spera.











Ed ecco a voi un'immagine a caso presa da google. Mi ha dato voglia di tornare in Inghilterra. Anche un po' in Irlanda. Ma anzi, ancor di più, in America (anche se la foto non ha niente a che vedere con gli USA). Sarà sintomo di quella malattia terribile detta "amore per il viaggio".

domenica 6 giugno 2010

Ma siamo scemi?

Quando si parla di semplificazione e razionalizzazione estrema dei motori di ricerca interni ai social network


Ecco, io non trovo neanche un minimo collegamento fra i due... ma forse qui più che i sistemi interni di collegamento automatico il problema sono i coglioncelli che vanno a cliccare MI PIACE sulla pagina fan di quel peso sulla società che è Beppe Grillo

Domenica e post tappabuchi

Visto che la domenica è una giornata del cazzo e l'ispirazione blogghiana è minima, vi lascio il link per l'ultimo set fotografico della manifestazione pro Palestina e a favore della nave turca assalita da quei simpaticoni di Israele



martedì 1 giugno 2010

La magia di Chopin

Come promesso vi allego il video della puntata del 30 maggio di Che tempo che fa.

Caroli racconta in modo sublime la vita di Chopin, attraverso date, avvenimenti, amori, pensieri, situazioni sociali dell'epoca, quadri e, cosa più importante, attraverso le composizioni a dir poco uniche del grande Chopin.
Forse qui si coglie il vero animo di Fryderyk: non è la solita visione idilliaca di un compositore perso fra le nuvole che scrive note dolci e apparentemente vellutate. No. Finalmente qui si parla di un Chopin incazzato, alienato dalla società, magrolino e inadatto alla lotta politica, così geniale da non rientrare in nessuno schema. E' colui che riesce più di tutti a rappresentare in musica l'anima romantica del suo tempo, non fantastica e superficialmente semplice come viene spesso proposta, bensì un'anima cupa, colma di dubbi e riflessioni, che vuole ricrearsi e rinascere a dispetto di tutto e di tutti; e Chopin, con la sua musica, riesce a esprimere ciò che egli, massimo rappresentante della sua epoca, ha dentro di sé: le sue paure e le sue domande. Ed è sempre lui che unisce rigore matematico e fantasia. Nessuna nota è messa a caso, nemmeno nei Notturni, dove lo sporadico ascoltatore potrebbe stupidamente percepire una melodia quasi improvvisata, errando completamente.





Nel video potrete godervi due grandi maestri: Artur Rubinstein, ultra ottantenne, che suona con una vivacità uncica. Poi c'è Barenboim, che prima ci delizia con la sua visione di Chopin mettendola così su due piedi in toccante poesia (riesce addirittura a parlare del rapporto di un musicista col suo strumento, da brividi!) e poi ci regala un meraviglioso Notturno.

Una puntata da guardare dall'inizio alla fine.


Che tempo che fa, 30 Maggio 2010 (video)

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