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sabato 24 luglio 2010

Ci siamo.

Piccolo post di aggiornamento per i lettori di alexeidos: sono tornato ieri sera dalla Francia (scriverò un post e pubblicherò le foto) e fra qualche ora me ne parto per la Germania. Avrò qualche giorno ad Agosto per scrivere un po' e poi me ne parto e vado a fare un coast to coast in terronia. Ve ne fotte qualcosa della mia vita? Direi di no, ma ve lo scrivo comunque.

domenica 18 luglio 2010

Borsellino - Strage di via D'Amelio

Questo è il 500esimo post sul blog e lo dedico a Borsellino (e a tutti colori che combattono la mafia), ucciso dalla mafia e dallo stato che l'aiuta a crescere. Sono schifato non tanto dalla mafia, quella si sa, esiste e si può fare ben poco. Mi schifa che la politica vada a braccetto con quel tipo di mentalità, quella corruzione morale che sta facendo sprofondare verso l'abisso l'idea stessa di politica. 



Dormiremo quando saremo morti.

"Ragazze, dormirete quando sarete morte. Uscite per strada, parlate con gli sconosciuti, bevete birra a colazione, accompagnate a casa la brutta della festa. Andatevene in Texas - capite? - a ballare la quadriglia con una donna sposata. Non sapete che vi mette in grembo la vita quando aprite le braccia."

Sarà per il fascino di Colin Farrell, ma questa battuta tratta dalla puntata 4x14 di Scrubs mi colpì tantissimo. Certo, fa molto hippie menefreghista che non si impegna minimamente nella vita, ma credo sia il tipo di vita che in qualche modo vorrei fare. Per gustarmi ogni momento, fino in fondo. E, soprattutto, godere della poesia che normalmente non vediamo.

E' un po' come trasformare con la mente ciò che è grigio in un'immagine a colori.

lunedì 12 luglio 2010

Era Indie. Indie era.

Indie era figo. Dico proprio "era" perché è qualcosa che forse, qui in Italia, è nato morto. O non è mai nato. Purtroppo abbiamo il brutto vizio di copiare i format altrui. Prendiamo la tv spazzatura europea, i film americani, le caffetterie statunitensi e così via... 
A me piace lo stile Indie, e anche tanto. Solo che non è più Indie, non ha più il suo senso etico, politico, sociale ed economico che si voleva esprimere col movimento. E poi, detto sinceramente, non basta, come diceva una ragazza una sera, avere lo xilofono della Chicco (che fa più figo), il mini synth colorato e la batteria con solo charleston e piatti per fare musica figa, anzi. Manca l'idea di base della musica, in primis, e in secundis manca l'idea dello stile alternativo e anticonformista. Ora anche l'Indie si ritrova in una categoria bella e buona, insieme agli Hipster, che per quanto non vogliono essere chiamati Hipster (perché fa più Hipster) sono e rimangono comunque Hipster, e cioè una categoria.
Ci sono regole anche in quello che dovrebbe essere un movimento indipendente che ragiona con la sua testa, senza major e stronzate varie. E invece no, devi avere i baffetti, andare ai concerti dei gruppi spalla perché ascoltare "i grandi" fa troppo mainstream e un indie non può permettersi di pogare al ritmo dei Franz Ferdinand, nossignore!
E' di regola il vintage, assolutamente. E io amo il vintage, lo ammetto. Amo anche lo stile minimal, amo terribilmente il grunge, amo i pantaloni stretti e colorati che ti si sparaflashano in faccia e che ti vengono venduti da un tipo che porta rigorosamente i Wayfarer e ha i capelli scompigliati (perché pettinarsi è, anche quello, troppo mainstream. Insomma, dicevo che amo tutto ciò e che a volte vesto così, e anzi, a dirla tutta, vorrei vestire così ancor di più, ma so benissimo che farei parte di una categoria. Ma è proprio questa la differenza credo: c'è chi si veste così ed è ben conscio di essere uno dei tanti che si veste apposta così e poi ci sono invece gli stolti che credono di essere diversi e unici. Un po' come gli anarco-punk che vedi in fiera, ma non mi dilungo troppo sulla questione, perché ci sarebbe troppo da dire.

venerdì 9 luglio 2010

Heineken Jammin' Festival - Seconda serata

Ci svegliamo, per modo di dire. Siamo un po' rincoglioniti, un po' tanto. Sicuramente il dottore non mi ha detto che 4 ore di sonno fanno bene, anzi.
Però la giornata è fantastica, e dopo una colazione a base di cornetto digommapiuma, cappuccino alla pipì di ratto e il thè della lidl ci mettiamo in moto. Oggi si va alla volta di Venezia: i ponti sono fin troppo ripidi per i miei gusti e la macchina fotografica si fa sentire abbastanza. Camminiamo e camminiamo, ci facciamo giuoco dei turisti (o meglio, io prendo in giro) che cercano di immortalare i canali veneziani con le loro macchinie compatte, o, ancor peggio, con i telefonini. Poi passiamo davanti a un tizio vestito da antico romano, ed ecco subito un gruppetto di ragazzini nordici che si butta pronta a farsi fotografare (a Venezia poi, che tristezza). Tra gondole e vicoli e piazze e maschere giungiamo in Piazza San Marco che visioniamo molto rapidamente, dal momento che è metà coperta causa lavori di risrtrutturazione. Ci tocca far la spesa, e noi, da bravi organizzatori di vacanza in campeggio, pensiamo bene di acquistare tali prodotti: un pacchetto di marshmallow, un pacco di plum cake con gocce di cioccolato, un vinello, acqua naturale e 4 birre, poi travasate in bottiglie di plastica, ottimo posto dove farle riscaldare e trasformare una bionda in una doppio malto rossa. Niente pane e niente prosciutto o philadelphia, giustamente. Ma noi siam fatti così, che ci possiamo fare.

Il ritorno è un'odissea e ci addormentiamo nel pullman, stracolmo di gente e di signore ciccione e puzzolenti. Giungiamo al campeggio che il concerto è già iniziato... Il tempo di riposarci un attimo e saliamo sulla navetta privata diretta all'HJF. Io e Edo siamo ai posti davanti, Fabiola è invece seduta nel bagagliaio come i cani e come non la sentiamo più ci preoccupiamo subito del biglietto di Edo, che era nella borsa della sfortunata ragazza. Lo stesso spavento che mi sono preso la sera quando l'ho vista sparire con la mia Nikon nelle mani.
Ma come arriviamo, eccheccazzo, inizia a piovere e tira vento. Prontamente mi metto la felpa che avevo portato per coprire la macchina fotografica e sono pronto per mettermi in fila al baracchino dei panini per mangiarmi un magrissimo panino con cotoletta, peperoni, cipolla, ketchup e maionese. Rifocillatici, siamo pronti per svaccarci sul prato. La gente pian piano torna, come vede il cielo aprirsi nuovamente. Ben Harper, poverino, se la canta, ma ogni volta che cambia canzone c'è qualcjhe stronzo che da sotto il palco urla Pearl Jam Pearl Jam Pearl Jam... i quali poi arrivano, e in mezzo al pogo inizio a preoccuparmi non tanto per la mia anca quanto per la mia reflex, tanto da spostarmi a lato, dove purtroppo incappo in un burino che si era calato, come minimo, di cheta o qualcosa del genere. La musica è bella e le luci sparaflashate mi rincoglioniscono un po', però siamo tutti quanti presi bene. Ed è questo l'importante...
Altra notte quasi insonne, mangiati dalle zanzare, alle 5 a cercare di chiudere la tenda, praticamente in panico. Con delle facce da tossicodipendenti salutiamo il nostro bel campeggio e ci dirigiamo in stazione, dove faccio colazione con brioche al cioccolato e un chinotto. Treno, direzione Milano, riposo. O almeno per me, gli altri due sono andati a Gardaland poi... ah, pazze risate!
Raconto stringato, certo che sì. Se volete saperne di più la prossima volta venite anche voi ;-)

mercoledì 7 luglio 2010

Heineken Jammin' Festival - Prima serata

4 giorni di "preparativi", in 3, per 2 notti fuori. 
Sono queste le cifre ufficiali del nostro Heineken Jammin' Festival 2010 at Venezia!
Caricati gli zaini in spalla e la tenda BASE II Sec non ci potevamo credere, stavamo andando all'HJF!
E sono tutti fin troppo gentili, già come arriviamo. L'autista del bus che ci dice quando dover scendere, un gruppetto di ragazzi del posto che ci dà le giuste indicazioni per raggiungere il campeggio e come arriviamo gli organizzatori ci rispondono educatamente e si preoccupano molto per noi. Strana cosa da vedere, nel nord Italia. Piazziamo allora la nostra megatenda 4 posti, lanciandola in aria, come nella pubblicità della Quechua. Sbam, ci sentiamo super-realizzati e andiamo alla ricerca di un biglietto per entrare e sentirci i Massive Attack. Ma la navetta privata del campeggio tarda ad arrivare e allora uno degli organizzatori,  (tutti volontari) ci fa il piacere enorme di accompagnarci in macchina aggratis. E già qui scrocchiamo il passaggio e la serata si fa sempre migliore. Arriviamo che il tempo fa schifo e la gente sta andando via, è il momento perfetto per chiedere a chi sta uscendo il braccialetto per entrare. Così facciamo e passiamo tranquillamente all'interno del parco, risparmiando quei buoni 57 euro a testa. Il parco è enorme e siamo gli unici tre ad andare verso il palco, mentre tutti fuggono via. Veniamo attirati dagli stick alla frutta ghiacciata che, come ci spiega il tipo al bancone (in seguito alla mia domanda su cosa fosssero) sono pezzi di frutta ghiacciata. Grazie al cazzo. Ma la musica ci spinge a proseguire e ci svacchiamo allora nel prato, aspettando l'arrivo dei Massive Attack. Strepitosi! I bassi entrano nel corpo e fanno battere il cuore. E' tutto uno spettacolo. L'autobus arriva subito e torniamo così alla nostra tenda strafiga, per rilassarci con quelle buone 5 ore di sonno per essere sveglissimi il giorno dopo per 8 ore di musica.



[photo gallery on flickr]

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