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domenica 29 novembre 2009

Metrò senza titolo

In metro sento un trentenne esclamare:"spero che tu non m'abbia taggato!" con accento umbro, ad orecchio direi di Foligno. Il suo parlare a voce alta mi ha fracassato le palle. E quell'accento non lo sopporto. Vociare continuo, ognuno parla per i cazzi suoi. Altri ridono per le peggio stronzate. La tipa bionda che si crede la figa del vagone centrale si specchia con fare da diva. L'umbro è ancora là che ci prova con un mezzo cesso, ma anche lui non è sta bellezza. Mi ricorda un mio compagno delle medie. Odioso. Moscova, fermata Moscova.


venerdì 27 novembre 2009

sick

i'm sick today
in my head [i'm sick]
and also in my heart
yeah, i'm sick

questi suoni maledettamente
sporchi
questo fottuto e geniale
jazz
e questo mio cappuccio che
indosso non mi protegge
nè la testa, nè il cuore
bassi alti bassi
solo bassi.
di risalir la china
neanche l'ombra in lontananza
fra i miei soli spenti
che non si accenderanno
più

mercoledì 25 novembre 2009

loto triviale.

baciami vanità schiava del mondo
accarezzati i seni
sotto occhi innocenti
fammi ancora bere, oste,
il malto tostato dagli dei
pensami come fosse ieri
plasmami per il mio domani
saziami del tuo frutto
fammi ancora bere, oste,
il luppolo celestiale
chè io possa innalzarmi
a una realtà superiore
oh pazzia, condannami o rendimi immortale

(dal mio album ALLEGRI DISEGNI SCOLASTICI)

lunedì 16 novembre 2009

20 anni dopo. The Berlin Wall

Vi propongo un articolo di giornale scritto per scuola riguardo al ventennale dalla caduta del Muro di Berlino

Niente più guerre. Niente più muri. Un mondo unito”. Così lo slogan sul muro di Berlino vicino alla East Side Gallery racconta 28 anni di divisione ed oppressione. E Angela Merkel ha così approfittato del ventennale dalla caduta del muro per ringraziare l'ex presidente dell'Unione Sovietica Corbaciov, il quale “ha avuto - dice l'attuale Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca - il coraggio di avviare questo processo”. Nello stesso giorno chi invece ci scherza su è il presidente francese Sarkozy, che pubblica su Twitter e Facebook un presunto fotomontaggio che lo ritrae a spaccare pezzi di muro quella mattina del 9 novembre 1989. Insomma, reazioni differenti che rispecchiano l'operato dei due politici.

La popolazione stessa ha reagito diversamente dalle aspettative: in quella che dovrebbe essere infatti giornata di festeggiamenti per la Germania, per l'Europa e per il mondo intero, secondo un sondaggio dell'istituto Forsa non tutti sono felici, infatti il 51% dei cittadini tedesco-orientali sostiene di essere stato meglio quando il muro ancora era in piedi e la Germania socialista era ancora uno stato sovrano diviso dal mondo capitalista occidentale. Eppure la storia ci insegna che la divisione avvenuta durante la Guerra Fredda portò morte, repressione e degrado economico, specialmente per la Berlino Est, dalla quale ogni giorno cercavano di fuggire decine e decine di persone, sconvolte da un cambiamento così brusco e da un modus vivendi completamente diverso da quello tipicamente occidentale industrializzato e capitalista. E poi furono 133 le persone uccise dai Vopos, le guardie comuniste, durante i tentativi di fuga verso Berlino Ovest: un numero relativamente esiguo ma sul quale il governo americano discusse molto, soprattutto circa le libertà personali del singolo individuo. E fu forse J. Kennedy più di tutti a esprimere al meglio il pensiero americano (e in parte europeo) rispetto al comunismo: “Fateli venire a Berlino” ripeteva nel suo discorso del '63 rivolgendosi a coloro che vedevano il futuro nell'economia socialista, a coloro che non conoscevano la differenza tra mondo comunista e mondo libero.

La gente ora ci va a Berlino, che ha risposto bene al cambiamento, proponendo una città completamente nuova e all'avanguardia, una metropoli multietnica e creativa, aperta all'innovazione e ad orizzonti più ampi. Se un città è rinata, può farlo tutto il mondo.





domenica 15 novembre 2009

Mi fa incazzare...

Mi fa incazzare Federico Moccia. Ma mi fanno incazzare di più le biondine del suo ultimo film quando da Chiambretti dicono che i suoi libri rappresentano la nostra generazione. Io non mi sento rappresentato, proprio per niente.

Mi fanno incazzare tutti coloro che, pur non sapendo portarla, si mettono giacca e cravatta ai 18esimi, trasformandosi in pinguini, con i loro jeans e le scarpe da ginnastica, le cravatte dai colori osceni e le giacche che cadono male, troppo larghe per la loro età. Mi fa incazzare che a volte le persone facciano i grandi solo nell'apparenza e non nella sostanza.

Mi fa incazzare la gente menefreghista e che non ascolta o che non ha interessi. Mi fa incazzare la gente spenta.

Mi fanno incazzare i buonisti e i perbenisti. Mi fa incazzare chi mi riprende sulle bestemmie e sulle parolacce e poi in cuor suo odia più Dio di quanto lo possa odiare io, per quanto ci creda.

Mi fa incazzare questa tv, mi fa incazzare questa malainformazione, questa poca informazione.

Mi fa incazzare chi dice che la musica classica è da sfigati, e poi ascolta rumore.

Mi fa incazzare quando mi spostano le cose in camera dicendo di fare ordine e poi non trovo più nulla.

Mi fanno incazzare quando qualcuno viene a dirmi che ha capito come sono, che vuole cambiarmi, che crede di essermi entrato nella testa, che è convinto che ci sia del buono nelle persone, che crede davvero che una persona possa sapere qualcosa di un'altra, perché come diceva Freccia "Credo che non sia giusto giudicare la vita degli altri, perché comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri."




Ma è fantastico!

Cioè mi sono accorto solo ora che nella puntata 24 della quinta serie di scrubs Turk ha la mia stessa fantastica formidabile favolosa maglietta del cartone di latte che tiene per mano un biscotto! certo, la mia è blu.. però ciò mi lascia senza parole!

lunedì 9 novembre 2009

Sicurezza economica e diritti sociali nell'ambiente di lavoro

Vi propongo un testo scritto per scuola che riguarda la sicurezza sul lavoro, la sua evoluzione, i diritti sociali e i dati economo-sociali degli ultimi anni.


Nel lavoro sono necessari controlli di sicurezza e rispetto dei diritti sociali sul luogo di lavoro. Il lavoro però, sebbene sia un diritto di tutti, deve essere scelto e svolto secondo le proprie capacità, limiti e aspettative, per non incorrere in una discrasia fra domanda e offerta di lavoro, dal momento che una fetta sempre maggiore di popolazione mira a lavori alti, pur non avendo sempre le competenze atte al tipo di lavoro scelto.

Questo sogno e mito della carriera prestigiosa nasce e si sviluppa come disprezzo per i lavori manuali, che, come scrive Mosse, vengono associati ad un'idea di schiavitù, che è andata a diminuire con il cristianesimo e molti secoli dopo a estinguersi con i movimenti operai.

Negli ultimi decenni una percentuale sempre maggiore di persone ha mirato al lavoro autonomo e non subordinato, poiché desidera gestire e comandare, senza ricevere ordini. Ciò però ha portato svariate volte alla chiusura, alla banca rotta di attività perché non gestite adeguatamente: danno alla singola persona fisico-giuridica e all'economia stessa. Non tutte le persone infatti hanno un'abilità gestionale e imprenditoriale tale da poter aprire una propria attività, e sono così “costrette” a lavorare per conto di un datore di lavoro. Chi lavora in modo subordinato però non è sempre tutelato, a volte lavora in nero senza assicurazione e copertura medica, come si evince dal rapporto ISFOL 2007 sul precariato italiano, tema delicato sul quale non vi è ancora chiarezza e di cui i media parlano relativamente poco, se non nelle notizie di cronaca nera. E così lentamente si stanno creando due estremi: i disoccupati o coloro che lavorano per la sopravvivenza e i workholic, figli di una società frenetica, “drogati” del lavoro.

In più l'art.1 della Costituzione ci insegna che il lavoro, su cui si fonda la nostra Repubblica, è fonte di produzione e vendita di servizi fra persone fisiche ed è quindi materia importante che riguarda tutti, poiché è il fondamento della società e dell'economia. Però ci si impegna poco per renderlo stabile e definirlo definitivamente un diritto: 10 lavoratori su 100 sono precari, una percentuale alta lavora in nero, i diritti sociali all'interno dell'ambiente di lavoro sono per molte aziende semplici formalità di cui non tener conto. Quando invece il lavoro c'è, il 20% degli occupati ritiene di svolgere lavori non consoni alla propria preparazione e ne deriva un forte scoraggiamento. Si pensi a giovani che, anche se preparati e con ottime competenze, sono costretti a lavorare nei callcenter, come racconta il regista Paolo Virzì nel film “Tutta la vita davanti”. A volte però i datori di lavoro commissionano appositamente lavori di basso livello affinché il lavoratore si licenzi da solo senza dover così pagare alcune spese di licenziamento: è questa la moda alquanto frequente del mobbing. Tuttavia il lavoro e la sua storia, scrive Dal Pane in Storia del lavoro in Italia "si incrociano con l'antropologia storica" che ha portato sì a una pluralizzazione che offre opportunità maggiori, ma anche un degrado morale e deontologico: pur di risparmiare non si guarda in faccia nessuno. E allora per fronteggiare il problema, in politica al momento chi vuole occuparsi del lavoro è Bersani, segretario del PD, che afferma di voler riportare la politica ai fondamenti, abbattendo il muro di gomma creatosi fra sistema politico, media e condizioni reali. E così è nel contempo facile e difficile trovare le cause dei problemi sulla sicurezza sul lavoro e sulla produttività. E' facile poiché le cause sono le stesse da sempre ma il sistema non permette di annientarle; i datori di lavoro risparmiano sulla sicurezza e sulla manodopera, chi si occupa dei controlli non li effettua e chi ci rimette sono i lavoratori non sempre regolarizzati.

A mio parere, per risolvere la situazione, ognuno dovrebbe conoscere i propri limiti e specializzarsi nel campo più adatto alle proprie capacità o magari cercando lavoro fra i mestieri che negli ultimi anni sono stati snobbati e messi in secondo piano; a livello burocratico, politico e sociale va invece attuato un piano di sicurezza e protezione sul lavoro, che però venga mantenuto e controllato minuziosamente, così da regolarizzare ogni lavoratore per il bene dell'economia e della società.

domenica 8 novembre 2009

CERCASI VOCE FEMMINILE

BAND POP ROCK CERCA A MILANO VOCE FEMMINILE COME CORISTA/SECONDA VOCE. ETA' 18-25 ANNI. PEZZI PROPRI E COVER COME:
  1. THE RIVER (BRUCE SPRINGSTEEN)
  2. COMFORTABLY NUMB (PINK FLOYD)
  3. 1973 (JAMES BLUNT)
  4. ROCKIN' IN THE FREE WORLD (NEIL YOUNG)
  5. IO HO IN MENTE TE (EQUIPE 84)
  6. KNOCKIN' ON HEAVEN'S DOOR (GUNS 'N' ROSES)
  7. STAND BY ME (BEN E. KING)
  8. RADIO NOWHERE (BRUCE SPRINGSTEEN)
  9. I'M GOING DOWN (BRUCE SPRINGSTEEN)
  10. BECAUSE THE NIGHT (BRUCE SPRINGSTEEN\PATTI SMITH)
IL RUOLO CHE SI RICHIEDE DI COPRIRE RICHIEDE UNA DISCRETA CAPACITA' TECNICA.
MASSIMA SERIETA', NO PERDITEMPO. RICHIESTA DISPONIBILITA' PER PROVE AL MARTEDì SERA DALLE 20 ALLE 22 (OBBLIGATORIO) FACOLTATIVAMENTE: VENERDI O DOMENICA SERA 20-22.

giovedì 5 novembre 2009

In italia

Ragazzi questo periodo è davvero terribile. Mi manca anche il tempo e la voglia, soprattutto la voglia, di scrivere sul blog. La scuola tiene ogni santo giorno in tensione per i vari compiti, verifiche e interrogazioni, poi ci sono gli esercizi di pianoforte e i pezzi da preparare per la band (e meno male che c'è la musica!). Poco il tempo per la grafica, assente il tempo per la fotografia.

Ora mi tocca scrivere, per sabato, un saggio breve sul lavoro... se mi sembra di averlo buttato giù bene ve lo proporrò anche qui, visto che è un tema molto interessante e sempre attuale.

Intanto in Italia ci sono cose a dir poco schifose, come il caso Cucchi, dove un ragazzo per 20 gr di erba viene letteralmente ucciso di botte in carcere, senza che i genitori possano neanche parlargli in quei lunghi 8 giorni. Il calcio continua a distrarre le persone e Berlusconi conferma la sua presenza anche se accusato e in mezzo a mille processi. Insomma, tutto come sempre.

martedì 3 novembre 2009

Acculturatevi, ignoranti!

In confronto il Grande Fratello è un programma culturale.

Ah, e questo video ha ben 34.761.829 visite

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