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mercoledì 27 maggio 2009

Articolo: Area dismessa

Visto che sono alle prese con la scuola e non ho tempo per scrivere sul momento, pubblico il mio articolo sull'area dismessa che uscirà nel prossimo numero dello Spleen (il giornalino scolastico del Tito Livio). Buona lettura ;-)

Chi si trova a passare dalle parti di Garibaldi/Farini faccia un salto all'ex dogana in via Valtellina. Vi posso assicurare che se siete stanchi del ritmo frenetico di Milano, questa metropoli sempre attiva, illuminata a intermittenza da luci di fanali, assordata dai clacson, potrete finalmente rilassarvi e riposarvi alla luce del sole, sdraiati su blocchi di pietre, ammirando dall'alto una desolazione poetica. L'area è abbandonata da diversi anni oramai, ma poco tempo fa arriva la notizia che per l'Expo verrà ristrutturata completamente.
E qui mi sorge un dubbio: se sia meglio infatti lasciare che un'area del genere venga trasformata in una delle tante zone che serviranno ad alimentare la produttività milanese, inquinando abbondantemente una città che già non respira o se sia invece meglio lasciarla abbandonata, così che noi sognatori utopici di un mondo fatto anche di poesia e non solo di macchine e di lavoro possiamo per qualche ora estraniarci dalla solita vita, immergendoci in un mondo che noi vediamo con occhi diversi.
Sono proprio gli occhi lo strumento con cui apprezzare l'ex dogana, assaporandone i colori sporchi, le buche nell'asfalto consumato, l'acqua acida che dolcemente si fa cullare fra i binari dove un volta passavano i treni; e poi ci sono i libri sparsi non più sfogliati da chissà quanto tempo, oramai bagnati e increspati, i camion vuoti di cose ma colmi di memorie di una vita passata sulle strade. D'altra parte so anche che una zona del genere potrebbe venire sfruttata per il sociale, così da donare alla città dei servizi utili. So però che Milano non ragiona così: se non ci sono guadagni si evita di costruire qualsiasi edificio e di creare del verde non se ne parla proprio.
Ma tornando al mio punto di vista, c'è da dire che qui è tutto così magico, così piacevolmente semi abbandonato. Primo Levi avrebbe adorato quest'area, lui che credeva, come me, che in ogni singolo oggetto, anche nel più apparentemente insignificante, si nascondesse poesia; la luce che timida attraversa dei tubi posati su miseri ciuffi d'erba o il foro nella vernice scrostata di un vecchio vagone, se visti con occhi diversi e non superficiali, non sono meno romantici o affascinanti del sorgere del sole o delle nuvole arancioni che silenziose tagliano con grazia il cielo. Poi, per chi, come me, è appassionato di fotografia, questo è il posto giusto dove allenarsi e migliorare la propria tecnica, cercando inquadrature particolari, catturando il fascino dei bulloni o della ghiaia nei loro attimi di vita, oppure cogliendo nel momento giusto lo sguardo stanco di un treno che tristemente abbandona la pace e il riposo per tornare a viaggiare.

4 commenti:

kent ha detto...

ma stai zitto COGLIONE

alexeidos ha detto...

era meglio nn parlarne dici? ahha

t ha detto...

no guarda meglio che stai zitto PIRLA

alexeidos ha detto...

tanto lì stan smantellando tutto.. ci sono andato oggi con dani.
l'area dismessa sta morendo

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