“Niente più guerre. Niente più muri. Un mondo unito”. Così lo slogan sul muro di Berlino vicino alla East Side Gallery racconta 28 anni di divisione ed oppressione. E Angela Merkel ha così approfittato del ventennale dalla caduta del muro per ringraziare l'ex presidente dell'Unione Sovietica Corbaciov, il quale “ha avuto - dice l'attuale Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca - il coraggio di avviare questo processo”. Nello stesso giorno chi invece ci scherza su è il presidente francese Sarkozy, che pubblica su Twitter e Facebook un presunto fotomontaggio che lo ritrae a spaccare pezzi di muro quella mattina del 9 novembre 1989. Insomma, reazioni differenti che rispecchiano l'operato dei due politici.
La popolazione stessa ha reagito diversamente dalle aspettative: in quella che dovrebbe essere infatti giornata di festeggiamenti per la Germania, per l'Europa e per il mondo intero, secondo un sondaggio dell'istituto Forsa non tutti sono felici, infatti il 51% dei cittadini tedesco-orientali sostiene di essere stato meglio quando il muro ancora era in piedi e la Germania socialista era ancora uno stato sovrano diviso dal mondo capitalista occidentale. Eppure la storia ci insegna che la divisione avvenuta durante la Guerra Fredda portò morte, repressione e degrado economico, specialmente per la Berlino Est, dalla quale ogni giorno cercavano di fuggire decine e decine di persone, sconvolte da un cambiamento così brusco e da un modus vivendi completamente diverso da quello tipicamente occidentale industrializzato e capitalista. E poi furono 133 le persone uccise dai Vopos, le guardie comuniste, durante i tentativi di fuga verso Berlino Ovest: un numero relativamente esiguo ma sul quale il governo americano discusse molto, soprattutto circa le libertà personali del singolo individuo. E fu forse J. Kennedy più di tutti a esprimere al meglio il pensiero americano (e in parte europeo) rispetto al comunismo: “Fateli venire a Berlino” ripeteva nel suo discorso del '63 rivolgendosi a coloro che vedevano il futuro nell'economia socialista, a coloro che non conoscevano la differenza tra mondo comunista e mondo libero.
La gente ora ci va a Berlino, che ha risposto bene al cambiamento, proponendo una città completamente nuova e all'avanguardia, una metropoli multietnica e creativa, aperta all'innovazione e ad orizzonti più ampi. Se un città è rinata, può farlo tutto il mondo.
Nessun commento:
Posta un commento