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mercoledì 7 gennaio 2009

Una rilettura "religiosa" dell'Amphitruo di Plauto da parte di Kleist

Studiando l'Amphitruo di Plauto, ho voluto ricopiare questa frase contenuta nel box Una rilettura "religiosa" dell'Amphitruo contenuto nel mio libro di letteratura latina.
L'inizio della frase si riferisce al "ladro Giove", nel quale si può ritrovare secondo Kleist, "qualcosa di un radioso Satana".

[...] Incarna forse l'Eros, nostra felicità e beatitudine, ma anche (altre volte o nel contempo) nostra disperazione e tortura; un Eros esteso in una gamma che va dalla carnalità più irrispettosa ed egoistica (qui fa buona guardia il marchese De Sade) alla carità più diffusiva e autoimmolatoria (qui splende il volto piagato di Cristo). [...]
Fa ridere, fa sorridere, ci riempie il cuore di fremiti gioiosi, ma ci fa anche paura e un leggero ribrezzo, come ogni volta che la mano di un autore scoperchia il tombino in fondo al quale, tra acque oscure e fango, si aggrovigliano i serpenti della nostra povera condizione animale-umana.

(da I. A. Chiusano, Introduzione a H. von Kleist, Anfitrione, Milano, 1984)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahah..
quindi alla fine la colpa è del cuoco,giusto?!?

alexeidos ha detto...

certo dade! sicuro!
anzi no, è il maggiordomo!

Anonimo ha detto...

...vedi, non l'ho propio capito l'intervento..

xD

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